«I favoriti non vincono mai» ripetevano Mahmood e Blanco a Sanremo durante le conferenze stampa, quasi per esorcizzare una vittoria fin troppo scontata e, forse, abbassare le aspettative già alle stelle. Alla fine Brividi è piaciuta praticamente a chiunque e ha consacrato la collaborazione dei due con il gradino più alto del podio. 

Il palco dell’Ariston può cambiare drasticamente la carriera di un artista e questo Mahmood e i suoi fan, freschi del successo del 2019, lo sapevano già. Viene spontaneo chiedersi come avranno vissuto questa seconda partecipazione e questa, stavolta prevedibile, vittoria. Per l’occasione, abbiamo interpellato chi Mahmood lo segue da anni, Giulia, Giovanna e Chris, gli admin del fanclub ufficiale. Ci hanno raccontato come stanno vivendo la popolarità di Alessandro e ci hanno svelato qualche aneddoto sugli albori della sua carriera…

Ciao ragazzi! Mahmood e Blanco hanno vinto Sanremo… come vi sentite? Come avete vissuto questa seconda vittoria di Alessandro e cosa rappresenta secondo voi per la sua carriera? 

Ci ha stupito vederlo nel cast. Da parte sua è stato molto coraggioso partecipare a così breve distanza dall’incredibile vittoria di Soldi, ma ovviamente abbiamo sperato tutto il tempo che si piazzasse sul podio. La prima sera eravamo molto tesi perché non sapevamo cosa aspettarci, ma fin dal primo ascolto abbiamo amato il pezzo e capito che le nostre speranze avevano un fondamento. Per Alessandro questa vittoria è una ulteriore consacrazione a livello nazionale e internazionale. 

Siamo d’accordissimo! Come avete vissuto la decisione di presentarsi in coppia con Blanco? 

Giulia: È stata una scelta rischiosa. Ho conosciuto Blanco quest’estate e ho pensato che un duetto tra loro due avrebbe ottenuto grandi risultati. Il rischio era che si sovrastassero, invece sono riusciti a unire benissimo le loro voci. Ci hanno regalato un gioiello.

Giovanna: Il fatto di presentarsi con Blanco inizialmente mi ha fatto storcere il naso: troppa differenza di età e di stili. Poi però mi sono detta che se Alessandro aveva fatto questa scelta, doveva avere le sue buone ragioni. 

Chris: Di Blanco conoscevo solo il nome e il tormentone della scorsa estate. Le loro voci si sposano perfettamente e con Brividi sono destinati a ottenere tutto il successo che si meritano.

Per chi non lo conosce bene, ci raccontate in breve il percorso e la storia di Mahmood? 

Il percorso di Mahmood è iniziato nel 2012, quando si è presentato a X Factor, senza però arrivare ai live. Nel 2016 ci ha riprovato con Sanremo Giovani portando Dimentica, poi ha pubblicato qualche singolo (Pesos e Uramaki) e ha scritto molti brani per altri artisti. Nel 2018 è uscito il suo primo EP, Gioventù Bruciata, titolo del brano che ha poi portato a Sanremo Giovani e che lo ha fatto arrivare a gareggiare con i big con Soldi. Su questo non crediamo di dovervi dire molto… Ha vinto Sanremo ed è arrivato secondo all’Eurovision a Tel Aviv.

Il suo primo vero album, Gioventù Bruciata, è uscito solo dopo la vittoria di Sanremo. Fondamentalmente è l’EP con l’aggiunta di tre inediti e le due versioni di Soldi (l’originale e quella in feat. con Gué Pequeno). Nel 2020 è uscito il suo secondo album, Ghettolimpo e adesso stiamo solo aspettando di poterlo seguire in tour! 

Wow, un riassunto perfetto! Da quanto tempo lo seguite?

Giovanna: Io lo seguo dal 2012, dalla sua prima apparizione a X Factor. Fu un vero colpo di fulmine, il suo timbro di voce e la padronanza dei vocalizzi in brani difficili come Master Blaster e Name a Number mi colpirono subito. Mi sono iscritta immediatamente alla sua pagina Facebook e non ho più smesso di seguirlo, fino a diventare admin del suo Fanclub ufficiale.

Chris: Anch’io lo seguo da X Factor, grazie a Super Simona Ventura che lo aveva scelto per la sua squadra. Ancora oggi ascolto la cover di Master Blaster… SPETTACOLARE! Purtroppo in quell’occasione era uscito subito, ma non ha mai mollato. Sanremo è stato il trampolino di lancio che meritava. 

Giulia: Io lo seguo dal 2017, quando l’ho sentito per la prima volta al concerto di Michele Bravi a Milano, avevano cantato Presi male. Lì mi sono innamorata subito della sua voce.

Ah, ti capiamo bene! A quel concerto c’eravamo anche noi, e come te siamo rimaste folgorate. Quando due anni dopo l’abbiamo ritrovato sul palco di Sanremo tifavamo per lui, anche se non ci aspettavamo che vincesse davvero. Voi come l’avete vissuta la sua vittoria del 2019?

Giulia: Non ci credevo. Non ho seguito la finale perché sarebbe finita troppo tardi e la mattina dopo mi sono svegliata con una quantità di notifiche allucinante e ho visto il post: «Mahmood vince il 69° festival di Sanremo». Ho sempre riconosciuto la sua bravura ma si era appena fatto conoscere dal grande pubblico e l’ipotesi della vittoria sembrava così lontana… Sono felice che adesso sia così apprezzato, se lo merita.

Giovanna: La vittoria di Sanremo del 2019 è qualcosa di impossibile da dimenticare. Lui era ancora praticamente uno sconosciuto e la prima sera cantò quasi all’una di notte. Temevo che questo potesse penalizzarlo, ma evidentemente Soldi era troppo forte. La sera della finale speravo in un piazzamento in top ten, ma man mano che chiamavano la classifica e il suo nome non compariva, ho iniziato a sperare nel podio. Credo che al momento della proclamazione avessimo tutti la sua stessa faccia stupita. Poi la gioia incontenibile è dilagata. Oggi non posso che essere orgogliosa di essere sua fan, per questa sua strepitosa carriera e per tutto l’interesse che il suo talento suscita.

Come descrivereste Alessandro a chi lo ha conosciuto grazie a Sanremo? Quali brani consigliereste di ascoltare per primi?

Giovanna: Alessandro è un cantautore talentuoso e originale, tenace e caparbio che ha fortemente creduto in sé e nelle cose che aveva da dire. Non si è mai scoraggiato davanti ai tanti NO ricevuti agli esordi. 
È difficile scegliere una canzone da consigliare per conoscerlo meglio, perché sono tutte delle piccole perle. Sicuramente inizierei con Dimentica, poi Gioventù Bruciata, Soldi, Il Nilo nel Naviglio, Rapide, Inuyasha e T’amo, dedicata alla madre.

Chris: Alessandro è un talento versatile che con la sua voce e il suo timbro originale può cantare di tutto. Un artista come pochi. Consiglierei Dimentica, brano che ha un posto fisso nel mio cuore tutt’oggi.

Giulia: Per me non è facile scegliere. Consiglierei soltanto di ascoltare i suoi brani in ordine cronologico, in modo da cogliere i miglioramenti e i cambiamenti che ha fatto nel tempo.

A noi di Non Chiamatemi Groupie non piacciono le etichette. Secondo voi, cosa “non è” Mahmood?

Giulia: Per prima cosa NON È un rapper. Poi è Mahmood, si legge “Mamud”, non tutte quelle strane storpiature che si sentono con 10 “M”, “T” finali e “H” aspirate da scatarrata.

Giovanna: La stampa si ostina a definirlo “rapper”, ma proprio mi sfugge da dove esca questa definizione. Mahmood è solamente Mahmood, originale, unico e non etichettabile.

Chris: Come si fa a etichettare un artista che può cantare di tutto? Lo si è sentito con diversi rapper, con Carmen Consoli, Elisa… è impossibile etichettarlo.

Lo avete incontrato di persona? Che tipo di rapporto ha con i fan? C’è qualche aneddoto che volete raccontarci?

Giovanna: Ho incontrato Mahmood svariate volte, ci conosciamo. Con i fan è di una gentilezza unica, sempre disponibile ed educato. Ricordo che alla fine di un concerto tenuto a Bologna, mi vide tra i fan in trepidante attesa e venendomi incontro con un enorme sorriso mi disse «Giova grazie per essere qui, la mia mamma mi aveva detto che saresti venuta!». Le persone intorno a me erano sbalordite, perché io ho sessant’anni e non potevano credere che lui conoscesse proprio me!

Wow, come ci piacciono questi racconti! E quante volte l’hai visto in concerto?

Giovanna: Ho potuto assistere a due concerti veri e propri di Alessandro, poi l’ho incontrato a Riccione ad eventi organizzati da una radio, a Forlì e a Roma all’interno di Festival culturali. Dal 2019 ho il biglietto per il prossimo concerto che dopo aver subito vari rinvii aveva finalmente trovato la sua data per il 14 maggio… peccato sia la stessa sera della finale dell’Eurovision, alla quale comunque spero di riuscire ad andare! Il concerto slitterà ancora, ma io attendo e non demordo.

Un’ultima domanda. Cosa significa per voi “essere fan”?

Chris: Seguire un artista in tutto e per tutto, acquistare la sua musica e sostenerlo in tutto quello che fa.

Giulia: Per me significa supportare l’artista, apprezzarlo, essere felice per i suoi successi e sostenerlo nei momenti negativi. Non è accettare tutto quello che fa e che dice, qualcosa può non piacere e se sbaglia bisogna riconoscerlo senza difenderlo a tutti costi.

Giovanna: Essere fan di Mahmood per me vuol dire fare della sua musica la colonna sonora delle mie giornate, poterlo ascoltare dal vivo e gioire con lui dei suoi successi. Sono orgogliosa di aver creduto fin da subito nel suo potenziale. 

Grazie ragazzi per questa chiacchierata, speriamo di incontrarvi tutti presto sottopalco!