Ogni Festival di Sanremo che si rispetti ha nel suo cast una serie di “inaspettati”, quegli artisti che, inizialmente sottovalutati, guadagnano terreno di serata in serata fino a conquistare il tuo cuore da fan e farti gridare alla scoperta. Ecco quindi i nostri sei amori inaspettati nati quest’anno all’Ariston:

Ditonellapiaga

Foto di Chiara Mirelli

Ditonellapiaga non era proprio una sconosciuta al popolo indie. Si era già fatta spazio nelle playlist di Spotify con qualche brano del suo ultimo album Camouflage, che ovviamente ci ha mandati in fissa. Canzoni fresche e sperimentali, dove le emozioni e gli stili si incastrano, si mescolano e ci inebriano come i migliori cocktail tropicali.

Ma chi se l’aspettava tutta quell’energia sul palco dell’Ariston? Adrenalina allo stato puro che è esplosa all’improvviso nelle case degli italiani. Noi è da una settimana che saltelliamo, per strada, in auto, sul divano, canticchiando chi-chi-chi-chimica

Sanremo ci ha permesso di vederla su un palco, ora non vediamo l’ora di farci inebriare a un concerto. Spoiler alert: chi l’ha sentita dal vivo ci assicura che è una bomba!

Hu

Foto di Andrea Venturini

Hu non è esattamente una nuova scoperta, anzi: la sua Occhi Niagara dello scorso Sanremo Giovani è ancora in alta rotazione nelle nostre playlist e la curiosità di sentirla gareggiare tra i big era a mille. 

Poi, come spesso accade, arriva il Festival e alcuni brani si perdono nel calderone della kermesse: tra la coppia Mahmood-Blanco e il ritorno di Elisa, avevamo già la nostra bella dose di “brividi” e i brani meno immediati hanno faticato a trovare spazio. Abbi cura di te ha guadagnato terreno nelle nostre playlist lentamente, di serata in serata, sempre più in alto, fino a conquistarci del tutto. Il Festival è finito, ma i nostri ascolti recenti di Spotify continuano a suggerircelo, “Abbi cura di te”.

Highsnob

Descrivere una figura come Mike Highsnob risulta assai difficile anche per chi l’ha visto crescere fino a Sanremo. Dieci anni di piena attività, milioni di views su YouTube, due album di successo fatti di un rap che sa miscelare ogni sfumatura musicale. 

Sul palco dell’Ariston ci aspettavamo un Mike spericolato e “trash”, invece ha spiazzato tutti come suo solito. Sicuro e fermo, a tratti anche elegante con quei guanti usati per nascondere tatuaggi poco consoni al pubblico televisivo.

La canzone racconta la fine di una relazione, ma chissà… Forse questo è un nuovo inizio, sia per altre collaborazioni con Hu, sia per raccontare le proprie disavventure trasformandole nel successo che merita.

Tananai

Foto di Alessandro Treves

A volte fa più male un secondo posto che un ultimo, certo, ma arrivare a festeggiare questa posizione è un gesto che ha fatto diventare Tananai uno di noi, un Ringo Starr in un mondo di John e di Paul – citando i Pinguini Tattici Nucleari. Tananai è riuscito a ribaltare la classifica e arrivare primo nei nostri cuori e in quelli dei social (primo tra tutti Twitter, di cui è diventato il re). Abbiamo imparato ad amarlo e ci ha divertiti con i suoi video e tweet.

Non lo conoscevamo, ma l’abbiamo adorato già dalla prima sera, alla terza ci aveva del tutto conquistati e adesso non riusciamo a farne a meno. Quanti ascolti al giorno di Ichnusa si possono fare? I nostri Spotify dicono: “infiniti”. Tananai fa parte di quella cerchia di pazzi ronci disagiati indie che amiamo e ci chiediamo come mai lo scopriamo solo ora.

Ogni brano racconta un pezzo di vita in cui ci ritroviamo. Ichnusa, Calcutta e Volersi Male ci sono arrivati subito e ci hanno spinto a volerne di più, ascoltarlo di più e ora ci ritroviamo a più di una settimana dalla fine di Sanremo con soltanto i suoi pezzi in loop.

L’elevata dose di autoironia è alla base del legame che sta creando con i fan che lo hanno ricoperto di affetto e che hanno riempito in poche ore le venue di Roma e Milano. Sarà sicuramente divertente passare una serata sotto palco per vedere questo artista saltare e coinvolgerci nel suo mondo, perché tutti sanno di non essere perfetti ma pochi come lui sanno trasformarlo in un punto di forza.

Matteo Romano

Foto di Tonino Bonomo

Matteo Romano è la scoperta inaspettata per eccellenza, quella che ti fa pentire dei giudizi avventati e ribalta le prime impressioni. Un artista giovanissimo e un viso da bravo ragazzo che ha spiazzato il palco dell’Ariston con una voce ammaliante e una canzone immediatamente orecchiabile. Sono bastati pochi ascolti per iniziare a far girare nel cervello la melodia di Virale. I motivi della sua “viralità”, per noi, stanno tutti nella voce: limpida, rotonda, precisa e poco impegnativa all’ascolto. La voce di Matteo può fare da perfetto sottofondo a ogni attività. Oseremmo paragonarlo al canto delle sirene che attira e strega con le sue scale e la sua intensità. 

Non ci saremmo mai aspettate delle performance del genere e non abbiamo tardato a seguirlo sui social, soprattutto su Spotify dove i pezzi sono ancora pochi ma di qualità. Solo in un secondo momento abbiamo scoperto che il suo nome gira su TikTok già da qualche tempo per via di un fortunato trend con una sua canzone (Concedimi), entrata nelle nostre classifiche già al terzo ascolto.

Yuman

Foto di Claudia Pajewski

Yuman ci ha conquistati sin dalla sua prima discesa dalla scalinata dell’Ariston. Con quell’aspetto timido e il sorriso buono, ricorda il compagno che trovavi in ogni classe, alto e dall’animo gentile, che non farebbe male a una mosca ma che è sempre pronto a difenderti. Insomma, il “grande gigante gentile” che diventa subito il tuo migliore amico

Sono bastate le prime note per rapirci: una voce calma, potente, melodica, che ci ha subito fatto stare meglio. 

ORA E QUI sembra un inno alla vita, per questo è subito entrata nelle nostre playlist “terapeutiche” per i momenti giù. Yuman ci ha letto dentro: è come se ci avesse presi per mano e, sapendo di tutti i momenti bui che abbiamo attraversato e superato, ci avesse accompagnato verso la porta di uscita per tornare a provare una sensazione di benessere. Da Sanremo la sua canzone vibra nelle pareti di casa come un sospiro di sollievo. È stata una scoperta liberatoria, come una seduta di terapia, quella finale, dove sei felice del percorso e sei pronto ad affrontare il mondo di nuovo, a vivere il momento.


Articolo di Maria Laura Fiorentini, Federica Sessa, Paolo Pavel Porsia, Valentina Salerno, Chiara Bissoli, Maria Zigrino