Manuela Zero, 34 anni, campana, in arte La Zero si presenta alle selezioni di Sanremo Giovani con Nina è brava, un brano che fa parte del suo primo progetto discografico.
Nina è brava ci ha colpite subito: 3 minuti di ascolto catalizzante, tra le lacrime, un po’ come ci era successo l’anno scorso con Stiamo tutti bene di Mirkoeilcane.
Il testo è il racconto di una bambina che vive la sua infanzia derubata di libertà e spensieratezza.
Nina cresce in carcere, gioca in tribunale, assiste alle sofferenze della madre. Osserva il mondo da dietro le sbarre di una cella, percepisce lo scorrere del tempo in modo falsato, sogna il mare.
Le strofe, intense e drammatiche, danno voce a Nina in prima persona, e si alternano al ritornello, in terza persona, che raccontano i suoi sogni di bambina con toni più lievi e giocosi, come una ninna nanna.
La musica accompagna perfettamente questo saliscendi e culla l’ascoltatore fino all’ultima strofa, che si conclude con la domanda:
Perché sono qui?
Che devo scontare?
Nina è brava e neanche Manuela scherza…
Nina è brava testo
Mammà, ma com’è il mare? Ahh
Mi chiamo Nina e gioco in tribunale
con quello che passa il circondariale
la mamma si veste ogni giorno uguale
e piange se chiedo com’è fatto il mare?
Lui è Pasquale ci piace osservare
il mondo là fuori tra le righe in verticale
gli odori, i colori, i sapori, il tempo
qui passa più lento, è normale?
e qui tutto è spento c’è freddo qua dentro
la gente è affannata mia madre è arrabbiata
e allora io provo a capire il perché
se mamma è malata mio padre dov’è?
ed io non capisco perché fa così
ci lascia da sole abbracciate accussì
‘mmiezz a sta gent ca parl e murì
ca nu ver nient, ca nun n’è cuntent
Nina spaccia figurine
e da qui non vuole uscire fa la brava e esce solo se
mamma può venire
Nina vuole andare al mare
e tenere l’aquilone
zucchero filato un cavallo alato bolle di sapone
Io e Pasquale adesso siamo al mare
le nostre mamme ci insegnano a nuotare
castelli di sabbia buche da scavare
Pasqua’ spegni la luce voglio ancora un po’ sognare
E il mare era bello era troppo perfetto
la luce era forte non come qui dentro
che quando io chiedo di aprire la porta
mi dicono no rivattene a letto
e io non capisco perchè siamo qui
io con la mia mamma rinchiuse così
immiez a sta gent ca parla e nun sent,
ca guard e nun sent,
ca url e nun sent.
Nina ora ha cinque anni
ha paura delle scale
tienimi con te abbracciata a te che c’è il temporale
Nina vuole andare al mare
e inseguire l’aquilone
zucchero filato un cavallo alato bolle di sapone
Mi chiamo Nina e gioco in tribunale
con quello che passa il circondariale
Nina vuole un girasole
da piantare nel cortile
vieni via con vieni via con me
possiamo scomparire
Nina vuole andare al mare
zucchero filato un cavallo alato bolle di sapone
Mi chiamo Nina dov’è il mio aquilone
Pasquale mi ha detto che siamo in prigione
ma io sono brava portatemi al mare
perché sono qui che devo scontare?
![“È una bella giornata... di merda”, scherza @generic_animal. In effetti, il meteo stasera non è dalla nostra. Io ho appena attraversato Milano sotto la pioggia, ad esempio. Peggio: ho preso la circolare sotto la pioggia. Per chi non bazzica Milano, vi basti sapere che la circolare, in serate così, si trasforma in una fanghiglia indefinita che ti avvolge e ti infilza ombrelli nei fianchi. Cosa non si fa per la musica, mi ripeto.
Arrivo all’@arci_bellezza dopo una maratona sfiancante con la paura di essere in ritardo e riesco invece anche a fumare la sigaretta di rito prima del live.
Lì fuori fa freddo e cadono le ultime gocce, ma a noi non importa. Noi siamo dentro, il locale è pieno, il pubblico preso benissimo. Accanto a me, la curva di fan sfegatati urla come fosse il derby e Generic Animal li fomenta: “questa cantatela come se steste litigando con qualcuno”. Loro eseguono, manco a dirlo.
“Se qualcuno vi chiede com’è stato, ditegli bello”. Noi lo diciamo e lo pensiamo davvero: è stato un bel live. Intimo e catartico, come piace a noi. Ci ha cullati per un’ora e ci ha restituiti a una Milano fredda e piovosa con il cuore un po’ più caldo.
[21/04/23 Generic Animal, Arci Bellezza, Milano]
📝 #raccontamiunconcerto di @michiamofedericasessa
@caramello.mi
#nonchiamatemigroupie #genericanimal #arcibellezza](https://scontent-mxp1-1.cdninstagram.com/v/t51.36329-15/342734014_1691349094635041_2849278242044025830_n.jpg?_nc_cat=102&ccb=1-7&_nc_sid=8ae9d6&_nc_ohc=loWvzrRgkqAAX_rDoxe&_nc_ht=scontent-mxp1-1.cdninstagram.com&edm=ANo9K5cEAAAA&oh=00_AfCrsMXe6xww3Z9oQWZJ_zRTpLZ_aFkj6Gg4IS9uSsZCUQ&oe=648788FD)
![Avete idea di quanto facciano bene all’anima cose così? Di quanto faccia bene, in un periodo più difficile di altri, piangere non di tristezza ma di bellezza? Della bellezza di sentirsi esattamente dove si vorrebbe essere?
Le prime lacrime scendono su “Nuvola”. Mi giro alla ricerca di sostegno e mi trovo circondata da volti rigati come il mio. “Altro che in via di gioia, qua siamo in una valle di lacrime”, mi dico. Eugenio ce lo conferma dopo il concerto: durante quel brano si era creata una carica emotiva particolare, tangibile, tanto sul palco quanto sotto.
“Avevo proprio bisogno di fare una cosa così, è stato terapeutico”, scrivo a fine serata a @silviagasperini94, fidata compagna di transenna. Non è un caso che questo concerto fosse proprio adesso, ne sono convinta. L’universo ha voluto regalarmi un boost di ottimismo endovena quando ne avevo più bisogno.
Vedere gli @eugenioinviadigioia dal vivo è un’esperienza unica, non mi stancherò mai di dirlo. Una band vera, unita, coesa. Un tutto che è superiore alla somma delle singole parti, per citare la teoria a loro cara. Un gruppo in grado di rinnovarsi continuamente rimanendo fedele a se stesso, a una visione d’insieme in grado di ergere la musica a maestra e compagna. Uno spettacolo vero, denso e intenso, attraversato da una follia sottile che su “Sette Camicie” si fa reale e collettiva - nella mia costante paura che Eugenio cada malissimo dal palco. Una scarica elettrica continua che rimbalza di sguardo in sguardo, di nota in nota.
A fine concerto compare sul palco una torta: con questo tour loro festeggiano dieci anni di musica e noi otto anni sottopalco. Anni di amicizie, treni, transenne e notti insonni.
Chiudo gli occhi e immagino di soffiare le candeline: so bene quale desiderio esprimere.
[06/04/23 @eugenioinviadigioia, Alcatraz, Milano]
📝 #raccontamiunconcerto di @michiamofedericasessa
#nonchiamatemigroupie #eugenioinviadigioia](https://scontent-mxp1-1.cdninstagram.com/v/t51.29350-15/340798862_160578356936342_7965947043236101016_n.jpg?_nc_cat=103&ccb=1-7&_nc_sid=8ae9d6&_nc_ohc=mH_6uAwk4PgAX_G0ZeN&_nc_ht=scontent-mxp1-1.cdninstagram.com&edm=ANo9K5cEAAAA&oh=00_AfDvg1UWn-nRl1n65SGgaU8PFUra7_sVKm7XY_pqSeSySw&oe=6486F1BE)