La noia, santa noia! Tutto quest’anno parla di noia, ed è incredibile osservare come questo tema sia universale. Le persone hanno bisogno di “imparare ad annoiarsi”, di rallentare, fermarsi, respirare e stare nel presente, viverlo senza fretta, senza l’ansia di passare oltre. L’ho osservato nel successo inaspettato che ha ottenuto “Perfect Days”, un film che mostra la routine di un addetto alle pulizie di wc pubblici. Il bisogno di noia è palpabile nell’aria, ed è per questo che appena sono usciti i titoli delle canzoni di Sanremo ho capito subito quale avrebbe vinto.

Sono passati quattro anni dall’ultima volta che ero stata a San Remo.
“Che cosa ci vai a fare?”, mi hanno chiesto mentre prenotavo il treno. Ho risposto: “Non ho programmi, Sanremo si prenderà cura di me”. E così è stato. Perché a San Remo meno organizzi e meglio è; segui il flusso e tutto accade da sé.

Appena ho messo piede fuori dalla stazione mi sono ritrovata in un vortice di artisti e di addetti ai lavori che mi hanno coinvolta e mi hanno fatto vivere tre settimane in due giorni. Un susseguirsi di momenti esilaranti e situazioni surreali, di carrambate e di incontri casuali, di amici che non vedevo l’ora di ritrovare e di abbracci inaspettati. Ho incontrato persone belle, più che altro le ho incontrate “bene”. È bello prendersi il tempo per osservare e ascoltare davvero chi hai davanti, per restare presente nei momenti che condividi con qualcuno, ascoltare e concentrarti senza perderti a seguire i tuoi pensieri, senza scappare con gli occhi a guardarti attorno, senza cercare altro.
Tutti attorno a me corrono e rincorrono, hanno l’ansia di perdersi qualcosa: un incontro, una festa, un selfie, l’approvazione di qualcuno, un posto a sedere. L’ho sempre fatto anche io, ma quest’anno mi sorprendo nel vedere che ho smesso.
Se devono arrivare, le cose arrivano da sole. Se lasci fare a loro, arrivano “meglio”.


Il rientro da San Remo gli anni passati era sempre stato caotico, stressante. Ritornavo stravolta e prosciugata, abitata da un misto di sonno ed emozione, spinta da un entusiasmo irrefrenabile e dalla smania di rivivere e di raccontare tutto. Impaziente di cominciare cose nuove, di costruire e dare un seguito alle intuizioni, alle situazioni e alle conoscenze raccolte nelle ultime intensissime 48 ore. Troppe cose, troppe corse, troppe emozioni, per lasciare spazio alla noia.

Quest’anno sono… paziente. Sono in viaggio e “mi sto annoiando”, e per la prima volta riesco a dare una connotazione positiva a questa espressione. Combatto ancora con l’insofferenza del vuoto, ma comincio anche a godermi la bellezza del momento presente, del tempo con e per me stessa.
Arriva il treno, la gente sgomita, litiga, ha fretta e non osserva. Nessuno si accorge che c’è una carrozza totalmente vuota. Attraverso la folla confusa e prendo posto con calma. Il sedile accanto a me è vuoto, allungo le gambe.
Torno da San Remo vuota e piena, tranquilla, ho dormito poco ma non sono esaurita. Sento di avere la mente fresca e in fondo è questo quello che fa la noia: rinfresca la mente.


di Maria Laura Fiorentini