Metti una domenica sera d’estate nel giardino di Largo Venue, un’oasi di pace già piena di bei ricordi sulla Prenestina.
Metti una serata di note e di parole, dove lo stress della settimana e il mal di testa post vaccino vengono spazzati via dalla magia della musica e dalla voce calma di Nicholas Ciufferi, che ti prende e ti trasporta nel tempo e nello spazio per rincorrere le storie del rock. In un attimo ti trovi nel ‘68, dentro all’ascensore di un hotel di Manhattan; subito dopo osservi Londra dalla finestra di un ospedale, e poi ti immergi con gli anfibi in un fiume a Memphis. Nicholas ti porta dentro a storie vere e maledette, di amori fugaci e di depressione, di vite straordinarie finite troppo presto. I protagonisti sono solo descritti e mai nominati: indossi i loro panni, scorri nei loro flussi di pensiero, ma l’identità la scopri alla fine della storia, quando dalle parole si passa alla musica e alle voci sublimi di The Niro e Nathalie.

Al primo racconto, d’istinto, ho preso un quadernetto e ho cominciato a riempirlo di appunti, come facevo in università durante i corsi che amavo di più. Scrivevo dettagli e parole chiave, per non perdermi nulla e andarmi a ricercare le storie una volta tornata a casa. Ma ho imparato una lezione: mai prendere appunti durante un concerto, inevitabilmente ti si avvicinerà qualcuno del locale preoccupato: «Che stai a fa’?».
Gli appunti li ho lasciati a metà, gli artisti me li ha spifferati poi Davide (The Niro ndr) dopo lo spettacolo: «Dimmi, li avevi riconosciuti tutti?». E così, tra chiacchiere e sorrisi, in un attimo si è passati dalle storie maledette del rock agli aneddoti del tour di Maledetti Cantautori, ricco di incontri e di storie di amicizia tra i vari musicisti che si alternano ad ogni tappa.

La musica non è solo note, ma vibra di tutti i racconti di vita che attraversa e che le girano attorno. È questo il suo fascino. Suona di tragedie e di colpi di fulmine, di solitudine e di amicizie, di silenzi e di incontri; suona anche di emozioni sotto palco e di risate post concerto, come quelle di una domenica sera d’estate in un’oasi di pace sulla Prenestina.


#raccontamiunconcerto di Maria Laura Fiorentini