Sono stati giorni di attese – e dico giorni soltanto perché la mia memoria è capace di sintetizzare tutto un periodo in una manciata di polaroid raffiguranti istanti di gioia che annullano tutto il resto. Sono stati giorni di attese e di apnee continue. Io, allergica alla noia e al susseguirsi del “già detto già fatto” – “proviamo qualcosa di nuovo, vi prego“, “facciamo qualcosa di nuovo” – ho soltanto una costante di felicità: la musica live.
Sono come quei bambini che piangono per tutto il tempo e quando li metti in macchina si calmano e, felici, si addormentano.
Ho vissuto un tempo lunghissimo in apnea.

Non quanto i The Ghibertins, che tornavano a suonare live dopo 18 mesi, con la voglia dappertutto: tra le ciglia, nei condotti lacrimali, nei plichi – finalmente aperti – tra le unghie, sulle punte dei capelli e tra i denti, assieme agli avanzi delle parole dei brani del nuovo disco, che ci stanno presentando poco alla volta, ché le cose buone, si sa, vanno gustate lentamente.

Sono stata tutto il pomeriggio in una sorta di attesa della mattina di Natale, immersa nello scorrere infinitamente atono della giornata, fino all’entrata nello spazio del concerto. Andare al cinema, a teatro o a un concerto ha in comune quell’emozione, quella sensazione lì: di qualcosa di grande, bello ed emozionante che sta per succedere e che sarà irripetibile nel modo in cui lo percepirai in quell’istante da quelli successivi.
Io, per esempio, in quel preciso istante, mi sono ricordata di come si respirava davvero.

Mi sono ricordata cosa succede al mio corpo quando è attraversato da dei suoni. E che immensa, enorme fortuna ho, a poterli sentire.
Potrò perdere me stessa mille volte, continuare a sentirmi alienata, in un mondo che non comprendo più e in cui fatico a trovare una collocazione, dove è difficile sentirsi speciali in mezzo a così tante persone che sgomitano per brillare più degli altri, quasi come in 20149 – Milano.
Potrete dirmi infinite volte che nel silenzio trovate voi stessi.
Io, invece, mi ritrovo qui, attraversata dalla musica.


#raccontamiunconcerto di Chiara Francese