Entrare nello studio di Radio Italia a Cologno Monzese mi fa sempre uno strano effetto: è un’emozione, oltre che una soddisfazione personale da amante della Musica Italiana.

Il 6 dicembre 2019 ero tra il pubblico per assistere ad un concerto di beneficienza, attirato da nomi come Eugenio In Via Di Gioia, Willie Peyote e Selton. In apertura c’erano una carrellata di artisti emergenti, tra cui Paolantonio.
In quell’occasione presentò una canzone, Metro da te, che parlava d’amore in un ambiente a me caro per via della mia professione: la Metropolitana. Attraverso una sua personale storia fatta di regole che io, per lavoro, faccio rispettare, aveva composto una ballata che ho canticchiato per giorni e giorni, sotto terra in divisa.

Quella sera stessa tra noi era nata subito una certa sintonia, che continuò poi via messaggi, con scambi di riflessioni personali e consigli di ogni genere. La storia della canzone non ha portato a lui l’amore che cercava, ma ha fatto nascere tra noi una bella amicizia, tanto che mi ha riempito di gioia la sua presenza al mio scorso compleanno.

Paolantonio è un cantastorie moderno, amante del quotidiano e delle piccolezze che rendono la vita un’esperienza unica.
Venerdì 12 febbraio è uscito il suo primo album intitolato Io non sono il mio tipo: nove canzoni raccontate in prima persona, in ognuna delle quali l’ascoltatore, diventato spettatore, può immedesimarsi e riconoscere esperienze e ricordi personali.

Io non sono il mio tipo, finanziato attraverso una campagna in crowdfunding di 214 sostenitori, è a tutti gli effetti un album da tutti, per tutti.
D’altronde, chi non si è mai innamorato in metro?


#nonchiamatelafissa di Paolo Pavel Porsia