Samuel fermo in questa pandemia non ci sapeva stare.

L’anno scorso doveva essere con i Subsonica nel Microchip Temporale Tour, nei club, ma il Covid ha bloccato gli assembramenti.

“Assembramento”, questa parola che credo di non aver mai utilizzato prima di tutto questo casino, identifica nel miglior modo la musica e tutto quello che muove un concerto dei Subsonica.

Durante il primo lockdown, Samuel ha scritto alcune delle canzoni di BRIGATABIANCA, un disco che ha definito leggero e personale, adatto a un periodo in cui l’assembramento è un delitto. 

Una di queste è Nemmeno la luce, con quell’atmosfera elettronica che si mescola a una sensazione personale che tutti abbiamo provato, chiusi in casa, a fare tardi con noi stessi, a sentirci in ritardo anche sul divano e a riscoprire il bisogno di ritrovarci.

Per il periodo estivo, “l’animale sociale” (come lui stesso si è definito) ha pubblicato una versione live de Il Codice della Bellezza, il suo primo album da solista, e con un giro nelle Eolie in barca e poi una serie di concerti da seduti per noi sulla terraferma, è riuscito a incontrare gente, a sentirsi meno in gabbia e a suonare, cosa essenziale per un musicista come lui. Durante il tour in barca, mentre parlava di ecologia con un pescatore che aveva appena gettato il mozzicone tra le onde, è nata Veramente, una canzone sull’ipocrisia degli esseri umani.

BRIGATABIANCA, perché questo titolo? 

“Brigata” come i diversi gruppi di amici sparsi per l’Italia che, grazie al suo ultimo tour, è riuscito a vedere e ritrovare, e con cui ha progettato le collaborazioni presenti in questo album: i rapper torinesi Ensi e Willie Peyote; i cantautori Colapesce e Fulminacci e il palermitano Johnny Marsiglia con il quale ha dedicato un brano a Palermo

Credo che con la partecipazione di tre delle sue “brigate” al prossimo Sanremo, il disco di Samuel potrà arrivare anche a chi si interesserà a questi artisti durante il Festival.

“Bianca” come il colore base, il colore dell’unità, della purezza, della bontà dell’anima. Come una pagina vuota da riempire con le storie personali di ognuno.

Okay, è chiaro anche ai Sassi di Matera che io stravedo per Samuel, ma inizialmente ero scettico. Pensavo, o meglio, tremavo all’idea che questo disco potesse essere uno specchietto per le allodole. E invece è l’album perfetto per chi cerca del “pop, non-pop” in questo periodo.


#nonchiamatelafissa di Paolo Pavel Porsia