Prendi una viaggiatrice appassionata di musica live, rinchiudila in casa per tre mesi e poi toglile i concerti estivi. Il risultato può essere una potente depressione, oppure un viaggio folle in cerca di musica. Ebbene, in questo post non racconterò di un concerto, ma dell’assurdo pellegrinaggio musicale che mi ha salvato l’estate.

È cominciato tutto con una domanda sui social: «Vieni con noi in Puglia a trovare il Maestro Bini?». A chiedermelo erano i ragazzi de Il canto libero, così pazzi da invitare me, una sconosciuta, per un viaggio lungo mezza Italia. E io, più pazza di loro, non ci ho pensato due volte e li ho raggiunti.

La cosa più divertente è che non avevo minimamente idea di chi fosse Domenico Bini. Ho imparato a conoscerlo e ad amarlo grazie a un corso accelerato on the road, poco prima di incontrarlo sotto casa sua e di godermi lo sguardo riconoscente e incredulo che rivolgeva a quei ragazzi che avevano attraversato l’Italia solo per lui.

Grazie al Maestro Bini, ai miei nuovi amici toscani e al delirio da astinenza di concerti, ho vissuto l’estate più esilarante degli ultimi anni, in barba al Covid e alle sfighe del 2020. Un viaggio all’insegna del nonsense e dell’improvvisazione che mi ha portata da Riccione a Milano passando per Firenze, Polignano a Mare e Matera, con tappa obbligata a Poggio Bustone, a omaggiare l’immenso Lucio Battisti. Se guardate la cartina dell’Italia il tragitto non ha alcun senso, ma è andata proprio così.


#raccontamiunpellegrinaggiomusicale di Maria Laura Fiorentini