Metti una location stupenda (una fucina del XV secolo), un palco, e tanti volti sorridenti dietro alle mascherine. 
“Finalmente un festival quasi vero!”, è stato il primo commento di fronte allo spettacolo del parco del Maglio di Ome allestito per il Diluvio Festival.

Nell’anno più assurdo della storia, i ragazzi del Diluvio Festival hanno saputo realizzare l’impossibile e hanno organizzato un evento preciso e impeccabile, nonostante le limitazioni e i repentini cambi di programma dovuti al meteo. E ci hanno regalato quello che quest’anno ci stava mancando di più: un festival. O meglio, un “quasi festival”, a cui sono mancati soltanto i poghi e la folla: al loro posto tanti cerchi ben distanziati nel prato, dove ognuno poteva saltare e ballare senza rischi di contagio, e sul palco un alternarsi di band di alto livello che hanno saputo coinvolgere e unire il pubblico, nonostante fosse così distante e rarefatto.

Un piccolo assaggio di normalità, prezioso e indimenticabile, in attesa di tornare a ballare, pogare e cantare vicini l’anno venturo. Per ora, un un grazie infinite a tutti gli organizzatori e a Davide e Angela che hanno condiviso questa piccola preziosa serata con me.


#raccontamiunconcerto di Maria Laura Fiorentini