Raccontami un concerto: Andrea Laszlo De Simone al Serraglio di Giorgia Postiglione Finamore

Conobbi Andrea Laszlo De Simone grazie ad una sua foto mentre mangiava una banana.⁣⁣
Incuriosì immediatamente la me che ero, fin troppo corrotta. Chi altri avrebbe potuto promuovere un proprio concerto in quel modo?⁣⁣
⁣⁣
A tre anni di distanza mi rispondo: nessuno. Solo Andrea.⁣⁣
⁣⁣
Riuscire ad esserci a questo concerto, riuscire a regalarmi questa serata è stato frutto di immensi sacrifici e innumerevoli messaggi corti (che odio). Destreggiarmi tra gli impegni, lo studio, il tirocinio, il volontariato è un terno all’otto quotidiano. Vivo nel caos più totale.⁣⁣
E poi stop.⁣⁣

⁣⁣C’è stato il vuoto dopo questo concerto. Solo due chiacchiere e la pazienza di un amico che mi ha prestato un cuscino accanto al suo a Milano a lume di torce perché mancava la luce.⁣⁣
Mi sembra di essere su una barca in rotta verso il firmamento.

Chiudo gli occhi e rivedo il fumo sul palco, l’incenso con cui hanno avvolto il club, l’ingresso del flauto, del violino, del violoncello. La batteria, i bassi, le tastiere, e poi le chitarre, la tromba.⁣⁣
⁣⁣
La suite di Andrea è una firma in maiuscolo nel panorama della musica italiana e, permettetemi di dirlo, ormai anche internazionale (anche se so che lui firmerebbe anche solo con le iniziali pur di non apparire presuntuoso, e mai in maiuscolo).⁣⁣
⁣⁣
Andrea supera le barriere dello spazio e del tempo. Se mi avessero chiesto in che anno ero sabato 30, non avrei saputo rispondere. Potevo essere nei ’60, intenta a leggere le prime notizie sul traforo del Bianco o a piangere la morte di Tenco.⁣⁣
Nei ’70, a maneggiare il mio primo walkman che riproduceva “The wall”. O negli ’80 a scegliere quale paio di blue jeans indossare.⁣⁣
⁣⁣
La musica ha il potere di trasportarci ovunque ella voglia o noi desideriamo. Ma nel caso di Andrea non si tratta solo di musica. Si tratta di ben altro.

La vera essenza dell’arte trova sfogo solo in pochi fortunati e inconsapevoli. E Andrea è uno di quelli.⁣⁣