Ve la ricordate la “gomma da pranzo” di Willy Wonka, quella strisciolina di gomma da masticare che contiene un intero pranzo di tre portate? Inuyasha è il suo equivalente in musica: ascolti una canzone sola ma ti sembra di sentirne dieci tutte insieme.

Ale e Dario (Dardust) si sono superati e hanno infilato un album intero in brano solo, da ascoltare più e più volte senza stancarsi mai, tra sali e scendi di melodia e continui cambi di ritmo e di tonalità che la voce di Mahmood riesce a reggere così bene.
Mi sono dovuta prendere una giornata intera in compagnia del timbro di Ale, per ascoltarlo senza sosta e arrivare ad assaporare anche il testo. Un incastro di assonanze e di figure retoriche che si inseriscono perfettamente nella melodia. La storia di un rapporto fatto di alti e bassi, di incomprensioni, di addii che non sono mai addii, la difficoltà e il dolore di essere sinceri.

Come sempre succede con i pezzi di Mahmood, se la musica e il canto mi hanno catturata subito, le parole, ascolto dopo ascolto, mi hanno scavata dentro, fino a raggiungermi in fondo all’anima.
Una fotografia così vera e sincera che “brucia in faccia”, come la cicatrice di Inuyasha e come il testo di questa canzone.


#nonchiamatelafissa di Maria Laura Fiorentini