Ma mi sento fatta a pezzi⁣
come le pennellate che Monet dava alla tela⁣
guarda Monet cosa hai fatto di me⁣
Oro ho cicatrici d’oro⁣
mi riconosci ora⁣
che sono tutta intera

L’immagine delle cicatrici d’oro mi affascina e riporta alla mente le crepe dei vasi giapponesi riempite d’oro (tecnica nota come Kintsugi), un’immagine spesso usata come metafora del «ciò che non uccide fortifica». L’idea delle cicatrici come segno di ciò che ci ha ferito ma che abbiamo superato, simbolo supremo di una forza e una consapevolezza acquisite che diventa un valore aggiunto, diventa “oro”.

«Se non mi avessi ferita / Non sarei così viva»: potremmo dedicarla ad un paio di ex, ma anche a tutte quelle situazioni che ci hanno fatti a pezzi e dalle quali siamo rinati, come fenici dalle nostre ceneri. Un testo e un messaggio dal valore universale ma rivisitato in chiave “impressionista” e accompagnato da un suono nuovo e originale.

Azzurra è una ventata di novità: un sound internazionale che ci ricorda l’elettronica francese, una voce piena e un ritornello che ti si pianta in testa.

A Guarda Monet non manca nulla.


#fissadellasettimana di Federica Sessa