Quella volta che Chiara scoprì il nuovo singolo di Lamine, “Non è tardi”, durante il Primo Maggio di Roma 2020.

Venerdì è stata una giornata complicata. Avrei voluto passarla ascoltando musica: il concerto del Primo Maggio di Roma è per me una tradizione, è come Sanremo, da guardare con gli amici e sperare che non ti deluda, che non ti annoi, che i suoni siano meglio di quelli dell’anno prima e che ci siano nuove proposte valide o big che accontentino un po’ tutti e non solo i fan del neomelodico o delle classifiche standard.

Quest’anno è andata così: pioggia e lavori da ultimare per beneficenza – perché è incredibile quanto ti prendano il braccio quelli a cui avevi offerto un dito del tuo tempo dicendo: “per una buona causa lo posso fare”. 

Quanto è bello quando le prestazioni dei professionisti sono gratuite vero? Beh, ho scoperto verso le 23.30, a lavori ultimati, che il tema del concertone era proprio questo, quello di dar voce alle maestranze che non ne hanno, pur offrendosi per l’ennesima volta di coprire il palinsesto, senza far sentire realmente la mancanza, al pubblico, di qualcosa che è destinato a scomparire, se non viene aiutato a restare economicamente a galla.

Ieri è stata una giornata tesa, di discussioni, di nervosismo di coppia. 

Eppure, un riff di chitarra ci ha per un attimo catturati: d’un tratto il rumore della reciproca rabbia batteva a tempo con le percussioni e il basso, e la voce di Lamine ci diceva che non era tardi, per scacciare via tutti i fantasmi di questa quarantena, di questo futuro sempre più incerto e pieno di mancanze.

C’è stato un secondo di silenzio tra un artista e l’altro in cui, all’unisono, ci siamo trovati a dire: “questa mi piace tantissimo”.

E i fantasmi, se ne sono improvvisamente andati “affanculo” per un po’.

#Nonchiamatelafissa di Chiara Francese